Zona alpina inferiore (2200-2500 m. s.l.m.)

Testi e foto di - Antonio Karabatsos - autore del sito:

Alpi centro-orientali, m. 2200, terza settimana di luglio. Tra i rivoli di queste risorgive di alta quota è possibile imbattersi in specie quali Boloria pales, Boloria euphrosyne, Euphydryas glaciegenita, Parnassius phoebus, Pieris bryoniae, Lycaena subalpina, Cyaniris semiargus, Erebia melampus, Erebia cassioides, Coenonympha gardetta. La formazione vegetale è costituita dalla prateria, caratterizzata da arbusti contorti e dal pino mugo.

 

Euphydryas glaciegenita (debilis) è un lepidottero ninfalide delle alte quote, dove vola tra giugno e luglio in colonie solitamente vicine alle sorgenti d'acqua. Di dimensioni piuttosto ridotte, è capace di un volo piuttosto scattante. A suo tempo era ritenuto una sottospecie di Euphydryas aurinia tipica delle Alpi, ma oramai la natura di specie autonoma pare assodata. Del resto è stata riscontrata la coesistenza di colonie separate di E. aurinia ed E. glaciegenita, con forme ben distinte, a poche centinaia di metri l'una dall'altra, quindi questa osservazione sul campo non sembra lasciare molti dubbi sulla distinzione delle specie.

 

Parnassius phoebus: un maschio posato per il riposo notturno. La specie è molto più localizzata del congenere P. apollo, ed i suoi habitat, nonostante non siano facilmente raggiungibili, non appaiono privi di minacce, quali l'incanalamento delle sorgenti o il pascolo bovino intensivo. L'insetto è legato alla propria pianta nutrice, Saxifraga aizoides, che vegeta in alcuni tratti dei torrenti di montagna, tanto che raramente si discosta dal suo ristretto areale.

In Svizzera la sua diffusione si è molto ridotta negli ultimi decenni. In Europa occidentale è presente solo nelle zone più elevate della catena alpina. Vive anche sulle Montagne Rocciose degli Stati Uniti, quindi la stabilizzazione della specie precede la deriva del continente americano. Nelle ere glaciali la sua diffusione era, probabilmente, molto più ampia.